Collodio: Sessione #3

Abbiamo dovuto lasciar passare molto tempo prima di poterci rimettere a lavorare con il collodio. Sapevamo che l’approccio non poteva essere lo stesso utilizzato finora per la fotografia, qualsiasi idea avessimo si allontana dalla realtà anni luce. Avvicinarsi al collodio è un po’ come ritornare in prima elementare, da adulto. Devi rifare le stesse cose di allora, ma in un banco piccolo, seduto su una seggiolina che sarà per forza di cose instabile e scomoda. L’ambiente dove ti muovi è lo stesso di sempre, lo conosci da anni, ma improvvisamente qualcosa ti viene tolto, la praticità, la consuetudine, tutto quello che davi per scontato, non c’è più. Avete mai provato, voi destrorsi, a scrivere con la mano sinistra? Idem per i mancini…anche se loro forse fanno meno fatica…In ogni caso, la sensazione che rimane addosso dopo una giornata di collodio è questa, almeno per il momento. Ricominciare da zero. Reimparare a scrivere, a leggere, a riconoscere i numeri e le operazioni base. Sì perchè non si parla di funzioni e derivate, qui siamo a livello di somma e sottrazioni. Le basi vere. Ok, c’è la chimica, ma non richiede grandi conoscenze, le formule sono semplici e comunque ben codificate. Il difficile resta la fotografia. Riuscire a mettere un’immagine su una lastra di vetro o di alluminio. Tutto qui. Caricare una pellicola piana in uno chassis di un banco può essere laborioso, sensibilizzare un pezzo di vetro con un fluido appiccicoso e capriccioso lo è decisamente di più. Ogni piccolo passo che porta verso quell’immagine sul vetro diventa un ostacolo da saltare. Il collodio che si secca, l’argento che si sporca, lo sviluppo che invecchia, il tempo che sfugge, il fissaggio che decade, le variabili si decuplicano  e le possibilità di fallimento crescono esponenzialmente. Così capita che ci si deprima, che non si veda la fine del tunnel. A volte si rischia anche di farsi del male. Finchè non pensi a quella volta che hai visto l’immagine venire fuori, letteralmente, venire fuori da quel vetro. Allora pensi che è quello il motivo per cui ti sei imbarcato in questa cosa, praticamente senza senso, perchè ad un sensore da 15000 iso preferiresti una vecchia lente in ottone del 1800, perchè la forza sprigionata da quel ritratto, non lo otterrai mai da nessuna fotografia digitale. Bisogna solo perseverare e reiniziare da capo. Prendere il quaderno e iniziare a fare stanghette, poi ci saranno le lettere e infine le frasi. Bisogna ripassare tutto, anche come si tiene in mano la penna.

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